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"C'è più gioia nel dare che nel ricevere"
una vita per il Signore
La santità ordinaria di un uomo fuori dal comune
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dal Passio al Preconio


Caro don Sandro, in questi giorni il mio pensiero si rivolge spesso a te.
La settimana Santa ci regalava momenti intensi che per venticinque anni abbiamo condiviso. Si iniziava dal taglio delle palme che tanto ci preoccupava: «Basteranno, saranno sufficienti?».

La Domenica delle Palme infatti ci rubava molto tempo ed energie mentali forse proprio a partire dalla cosa meno importante, cioè «quel rametto di ulivo», tanto cercato forse con intenzioni e sentimenti a parer mio non sempre a fuoco rispetto al valore che c’è nel primo giorno della Settimana Santa. Tu dicevi spesso, come battuta: «Dopo le Palme, tre quarti della Settimana Santa sono fatti…». Era chiaro che ti riferivi all’ansia di provvedere a tonnellate di rami e foglie sperando che chi ci si gettava sopra (e così davvero avveniva almeno nella parrocchia dei Sacri Cuori) almeno si sentisse saziato.

Per fortuna, oltre a questo, c’era una cosa molto bella che preparavamo insieme: il Passio Cantato!
Abbiamo iniziato dalla ricerca del testo italiano, poi modificato nella nuova versione della Bibbia CEI che necessitava di essere armonizzato da te con nuovi pallini e segni dovunque, tradotti poi su disegni fino ai libretti formato A3 non proprio bellissimi ma pieni delle rughe di tanto lavoro e amore. Che fatica facevi con me che della musica capivo solo quando una nota saliva o scendeva e neppure prendevo bene sempre le tonalità giuste. Non c’era verso di insegnarmi la scala del pentagramma.
Ce la mettevi tutta ed io mi sentivo inadeguato, ma comunque incapace di dirti di «no» di fronte a questa impresa.
Il Passio gregoriano me lo imparavo a memoria nella sua melodia. Poi come andava, andava.
Ma era una delle cose più belle da preparare insieme.

Tante prove, ai Sacri Cuori quando eravamo ancora vicini di stanza, poi da te a Piazza Venezia, dove da un po’ purtroppo non vengo più. Questo anno infatti non possiamo più preparare nulla di terreno insieme. Io attingo ai ricordi, agli insegnamenti. Guardo nella mente del cuore il tuo volto ed ancora è come se potessi toccarlo: le tue espressioni, le parole, i gesti. Tutto vivo!

E mi immagino, alzando lo sguardo in cielo da dove tu mi guardi vestito di luce, che con la stessa pazienza ed amore con cui mi hai amato qui in terra, tu mi sostieni a distanza...

Purtroppo però il Passio non posso cantarlo, non ne sono capace.
Alla fine ero uno stelo piantato nel tuo giardino, come un filo d'erba appoggiato alla quercia.
Ma anche mentre lo leggerò il Passio, io ti sentirò vicino a concelebrare con me e a darmi le note del pentagramma della pace.

Anche il Preconio ha fatto, purtroppo, la stessa fine. Nella Notte di Pasqua lo reciteremo alternandolo a strofe cantate anche se tu sarai presente seduto con me nella sedia della presidenza.
E meno male che l’anno scorso, chissà per quale bella intuizione di Provvidenza, abbiamo registrato sia il Passio delle Palme e del Venerdì Santo come come anche il Preconio.

Almeno me lo posso sentire in un angolo di raccoglimento con qualche lacrima da offrire alla nostra eterna amicizia che un giorno finalmente celebrerà la Pasqua di nuovo insieme. Buona Settimana Santa da quaggiù!  Anzi, se sei libero e puoi, un salto fallo anche qui mentre celebro le Grazie del Signore e suggeriscimi come celebrare la Pasqua per avvicinarmi alla bellezza con cui tu la presiedevi.

Don Sandro che vivi Beato nella Pace della Corte Celeste presieduta dalla Santissima Trinità, prega per me e per noi!

DF



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