Card. Edoardo Menichelli
Non mi è facile dire e scrivere di don Sandro: ricordi, gratitudine, affetto, condivisione pastorale, preghiera vivono in me e non riesco a riassumerli in poche parole.
Comincio dall'ultimo gesto che don Sandro ha riservato alla mia famiglia, in particolare a mia sorella Anna, che nel gennaio scorso ha perso suo marito per Covid. Don Sandro ebbe la bontà e manifestò la sua vicinanza partecipando ai funerali nella parrocchia di Santa Prisca all'Aventino. Considero tutto ciò come il timbro di amicizia e di fede che sempre ha legato don Sandro a me e me a Don Sandro.
Fin da quando arrivò in parrocchia, come parroco suggerito al Cardinal Vicario dall'indimenticabile don Cesare Virtuoso, andò crescendo quella sintonia umana, di amicizia e di condivisione pastorale che tanto bene recò alla mia vita.
Attento, sensibile, capace di intercettare, in un modo riservato, ogni difficoltà e novità pastorale, si unì in un modo del tutto singolare alla mia preoccupazione quando fui nominato Vescovi di Chieti-Vasto. Mi liberò da ogni preoccupazione organizzativa e si fece carico di coagulare l'ampia partecipazione della gente, programmando con scrupolosità ogni momento che precedette e seguì la mia ordinazione nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Di questo custodisco e vivo ancora tutto con gratitudine.
Un'altra caratteristica custodisco di lui: l'amore di venerazione e di cura nei confronti di don Cesare al momento in cui insorse nell'anziano sacerdote una malattia senile che tanto preoccupava. Don Sandro in quel tempo fu figlio grato e padre premuroso, dando testimonianza di una fraternità sacerdotale sempre tanto predicata e con difficoltà umana vissuta.
Sono certo che il Signore, Padre misericordioso, e Gesù Cristo Sacerdote unico ed eterno lo abbiano accolto nella comunione trinitaria e lo abbiano consolato e ricompensato del grande bene che ha fatto.
Don Edoardo"