Flora Zantedeschi - donsandroamatori.it

"C'è più gioia nel dare che nel ricevere"
una vita per il Signore
La santità ordinaria di un uomo fuori dal comune
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Flora Zantedeschi
Si può dire che conosco don Sandro da una vita. I primi ricordi che ho di lui risalgono a quando era vice parroco ai Sacri Cuori. Nel 1962, con la mia famiglia, da piazza Verbano ci siamo trasferiti a via Montopoli, a due passi dalla parrocchia e dalle suore francescane, dove ho frequentato il catechismo. Don Sandro era sicuramente presente, nel giorno della mia prima Comunione insieme a don Cesare l’8 maggio 1966, ma ero piccola e i ricordi di quel periodo non sono molto nitidi.

Certamente più vivi sono quelli che risalgono agli anni in cui don Sandro è tornato come parroco ai Sacri Cuori. Voglio condividere dei piccoli episodi che raccontano il don Sandro che ho conosciuto.

Mi vengono in mente quelle volte in cui la domenica, dopo la Messa delle 10,30, andavo in sacrestia con mia figlia Silvia e lui la salutava sorridendo: “Ecco, è arrivato il nostro cardinale!”, facendo riferimento al cappellino rosso che lei indossava.

Ed ancora ricordo una delle tante gite organizzate dalla parrocchia: quella con destinazione Siena a dicembre del 2003. Come sempre don Sandro è stato l’animatore del lungo viaggio in pullman. Dapprima dei momenti di preghiera e riflessione, poi vai con barzellette e canzoni che lui cantava al microfono seguito da tutto il gruppo. Così il tempo passava velocemente e arrivavamo a destinazione senza rendercene conto.

Questi due episodi raccontano il don Sandro scherzoso, affabile, di compagnia, ma lui era soprattutto un Sacerdote. Il sacerdote che portava il perdono di Dio e l’Ostia consacrata a quelle persone che, per età o per motivi di salute, non potevano più recarsi in chiesa.

Ricordo quelle volte in cui don Sandro è venuto a trovare mia madre, ormai non più in grado di muoversi. Entrava e si avvicinava alla sua poltrona timidamente, quasi in punta di piedi; poi la salutava sorridendole, diceva insieme a lei una preghiera e le dava Gesù Eucarestia.

Caro don Sandro, anche tu, come Madre Teresa, sei stato una piccola matita nelle mani di Dio, una matita dai mille colori che hanno lasciato un segno indelebile nella vita di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarti nel loro cammino!

E il 15 giugno il Signore ti ha certamente consegnato la corona di giustizia che hai meritato, quando anche tu, come San Paolo, gli hai ripetuto: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.
Ora da lassù veglia e proteggi tutti noi.


Diceva spesso, quando incontrava la piccola Silvia: "Ecco, è arrivato il nostro cardinale!"

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