Don Nicola Florio
Arrivai nella parrocchia dei Sacri Cuori a Roma nell’ottobre del 1999. Prete da pochi mesi, l’allora Arcivescovo di Chieti-Vasto Mons. Edoardo Menichelli, mi mandò a Roma per la licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana. Ma agli studi volle affiancare anche l’esperienza pastorale e mi disse: “Ti mando in questa parrocchia. Certamente ti troverai bene”. E così fu.
Venni subito accolto con tanta semplicità e affabilità da don Sandro, don Fabrizio e don Cesare. Passai così i miei primi due anni di sacerdozio in quella comunità, e ancora oggi ringrazio il Signore per i tanti doni che mi ha fatto.
Don Sandro è stato con me molto discreto, ma presente e vigile. Da lui ho appreso l’arte della pazienza e dell’ascolto delle persone. In una realtà complessa, come quella di una parrocchia di città, era capace di creare comunione, nonostante le diverse sensibilità.
Tanti gli insegnamenti di vita che mi ha trasmesso, non tanto con le parole, quanto con una testimonianza credibile e schietta. Si è fidato di me, un giovane prete venuto da un’altra realtà. Subito mi ha affidato l’accompagnamento di alcuni gruppi di giovani in parrocchia. E questo mi ha fatto crescere nella responsabilità.
E poi c’era la sua ironia, capace di smorzare le situazioni più tese. Ricordo una domenica sera, al termine di una giornata particolarmente impegnativa, eravamo intorno al tavolo del salotto a raccontarci le esperienze vissute con i vari gruppi parrocchiali. Don Fabrizio sottolineava alcune criticità, io cercavo di comprendere la situazione, don Sandro ascoltava. Dopo un po’ di silenzio disse: “Nella nostra parrocchia le cose vanno male, ma grazie a Dio nella parrocchia vicino le cose vanno peggio”. Dopo qualche attimo di esitazione, scoppiammo a ridere e ritrovammo la giusta serenità. Una battuta, quella appena raccontata, che da allora mi accompagna in questi anni di servizio in parrocchia.
Mi aiuta a dare il giusto peso alle cose, e soprattutto a credere che c’è sempre qualcosa di buono, anche quando la realtà appare molto critica. Dietro queste parole, c’è la lunga esperienza di un uomo che si fidava di Dio e degli uomini, e che sapeva attendere il tempo della maturazione con la pazienza dell’agricoltore di cui ci parla il Vangelo.
I due anni a Roma passarono in fretta, ma rimase vivo il legame con don Sandro anche se non riuscivamo a vederci frequentemente a causa del moltiplicarsi degli impegni parrocchiali e diocesani. Quando ci sentivamo per telefono mi diceva: “Niculino (così mi chiamava l’amata Giuseppina Paglione) quando vieni a Roma?”.
E poi lui stesso si dava la risposta: “Un giorno che non piove tanto!” e scoppiava a ridere. È sempre stato difficile trovarlo un giorno così, ma ora che don Sandro vive in Paradiso voglio semplicemente dirgli: “Goditi la pace e la gioia del Signore e aspettami in Paradiso, così vivremo insieme e per sempre il giorno senza tramonto e… senza pioggia!”.
Grazie di cuore carissimo don Sandro. Prega per me e per la Parrocchia dei Sacri Cuori.
Don Nicola Florio
La foto: fine campo scuola a Prati di Tivo (Teramo) anni 2000